Devo ammettere che prima di scrivere questo articolo ho avuto un attimo di esitazione ed incertezza, non solo per via del linguaggio da utilizzare, ma anche perché non andrò a trattare un tema simile a quelli che ho trattato in passato. Non scriverò di personalità rilevanti e neppure di conseguenze politiche, eppure quello che ho da dire oggi è di eguale importanza e rilevanza.
La mia intenzione, questa volta, ha innanzitutto uno scopo di denuncia. Non sarà un'accusa pubblica ad un soggetto od un gruppo in particolare, ma mi limiterò a ragionare su come l'umanità abbia raggiunto certi livelli di bassezza.
Martedì scorso sono incappata in un cartello attaccato ad un lampione. Era un foglio A4 con sopra la foto di una ragazza, vittima di un intervento estetico non andato a buon fine, con sotto la scritta "Quando esageri con la chirurgia estetica!!!". Ho tolto il cartello, momentaneamente incapace di trovare una motivazione, ma alla fine sono giunta alla conclusione che qualsiasi scopo — burla o avvertimento che sia — sarebbe stato ingiustificabile.
La ferocia di un essere umano nei confronti di un suo simile mette di per sé angoscia ed esserne partecipi fa letteralmente schifo.
Ho pensato al fatto che oggigiorno questi episodi sono diventati un po' parte della nostra realtà — i media pullulano di questo genere di post — e questo fa pensare: la grettezza degli artefici di questi "attacchi" non sta solo nelle loro azioni, ma innanzitutto nel pensiero di essere nel giusto. Questa, però, non è altro che la più rosea delle ipotesi: la verità è che, probabilmente, nulla di ciò che costoro creano è frutto di raziocinio. Queste persone non pensano a quanto sia difficile essere un individuo integrato nei canoni sociali (e questa è una verità valida per tutte le epoche storiche).
Ragioniamoci: ci è sempre stato detto come dobbiamo essere, cosa fare, cos'è più consono per il nostro sesso, per il nostro genere, per il nostro orientamento sessuale... e infine la celeberrima frase: "siate creativi, siete voi i padroni di voi stessi". Stronzate. Anche quando si cerca di esprimere noi stessi, in fondo, si viene sempre etichettati, posizionati in un certo tipo di sottoclasse, legati agli ennesimi cliché.
Cominciamo dalle donne: signore, signorine, mamme, tipe, belle, racchie, prostitute, bambole... quante ne abbiamo sentite? Ciò che è sicuro è che non esistono mezze misure, da sempre ci sono solo due opzioni: angelicate o peccatrici.
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Per secoli costrette in corsetti — sostituiti dalle taglie XS, per ragazze che porterebbero una large — e legate a canoni di bellezza che variano con ogni decade: prima il magrissimo, poi la clessidra; prima il nasino alla francese, la pelle perfettamente incipriata, le sopracciglia impomatate... e a seguire le lezioni di vita da parte dei beauty guru che intimano di essere naturali perché "questo è il segreto" (e magari sono gli stessi che tre o quattro anni fa davano consigli su come fare per poter dare l'effetto filler alle labbra senza plastic surgery).
Oggi la naturalezza va molto di moda, dico grazie al cielo... o forse no. Dico questo perché penso che certe cose non dovrebbero essere mai di moda: la cosa più importante è essere, star bene con noi stessi, in qualsiasi versione ci aggrada di più e migliorare dove noi vogliamo migliorare, secondo i nostri canoni.
Ma come fare? Spesso le regole estetiche imposte dalla società coincidono con i nostri stessi modelli, di conseguenza, è difficile distinguere a cosa siamo veramente legati.
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La ragazza nel cartello di quel martedì non appariva come il ritratto della felicità, ma anche se lo fosse stato, la cosa mi avrebbe portata ugualmente a parlare una volta per tutte di questo tema dolente per tutti. Nessuno di noi è escluso da questo circolo estetico, in quanto, mentre per le donne si sta diffondendo l'idea di coltivare la versione naturale di noi stesse, per gli uomini sta succedendo l'esatto contrario.
Ebbene sì: anche il genere maschile è vittima di rigidi canoni estetici, soltanto che se ne sente parlare di meno. Secondo i modelli sociali, gli uomini devono essere palestrati, con i capelli in ordine, dalla pelle elastica e perfetta, le mani curate, perfettamente depilati, vestiti alla moda, uno sguardo tenace, eccetera. Insomma, alla fine dei conti anche qui si è oppressi da un'esasperata ricerca di un modello assoluto di perfezione (che, in questo caso, è Bruce Wayne).
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Gli uomini si stanno pian piano addentrando nello stesso tunnel che continua ad intrappolare le donne. L'unica vera differenza sta nel fatto che queste ultime, da quando il mondo della comunicazione — perché è proprio da lì che avviene la differenza — ha deciso che il naturale è "ok", si sentono un po' più "libere" perché più "accettate".
Allora io mi chiedo: perché piegarsi a dei parametri, imposti da forme di comunicazione sbagliate, che non fanno altro che farci sentire inadeguati? La situazione vira sul demenziale quando ci si rende conto che gli esseri umani hanno eretto tutti questi parametri, pertanto il peggior nemico dell'uomo è l'uomo stesso.
Non importa quale sia il contesto dove viene posta questa frase, ma c'è e ci sarà sempre la stessa morale: l'uomo è un animale particolarmente sagace, ma la sua capacità di differenziarsi dagli altri animali è pari — se non inferiore — alle sue capacità autodistruttive.
Il mio sfogo finisce così: incompleto, senza una conclusione. Non si tratta di una scelta casuale. Significa semplicemente che la questione non sarà mai conclusa, dunque perché mai lo dovrebbero essere queste righe?
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