Il mondo in cui viviamo è sempre più dinamico e cangiante, si muove verso nuovi orizzonti che mutano grazie all’inserimento di giovani volenterosi che, magari inconsapevoli di ciò, creano nuove reti sociali in cui non sempre è semplice inserirsi. In questo variegato universo dove si inseriscono i Neet? Che prospettive hanno di integrarsi ed essere coinvolti in reti sociali ed amicali sempre più fitte ed esclusive?
Innanzitutto, con il termine Neet (Not in Education, Employment or Training) si fa riferimento a tutti coloro che hanno terminato un ciclo di studi ma che non sono riusciti ad integrarsi nel mondo lavorativo e che di conseguenza hanno abbandonato i percorsi di formazione senza intraprendere delle nuove strade, rimanendo così disoccupati dal punto di vista lavorativo ed educativo.
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Le maggiori cause e i fattori più influenti che portano un giovane ad entrare nel tunnel dei Neet si possono riscontrare in diversi ambiti. Primo fra tutti quello individuale che vede l’abbandono dei percorsi per una sfiducia in quello che è il sistema organizzativo ed una bassa autostima; anche il background familiare incide fortemente e molte volte non lascia scampo all’entrata in questa situazione; infine abbiamo un fattore sociale che è collegabile all’efficacia di un paese nel fornire i giusti mezzi e opportunità per integrarsi.
Oltre alle molteplici conseguenze a livello sociale, come l’esclusione dai circuiti formativi e lavorativi, una mancanza di partecipazione sociale e cattiva salute, le conseguenze si possono riflettere anche sul sistema del paese. Viene infatti a mancare una preziosa parte della società che contribuisce alla crescita del paese, costituendo anche un costo gravoso sul sistema statale che in Italia ammonta a 32 miliardi di euro.
Una volta entrati nel tunnel dei Neet non è semplice uscirne, ma di certo non è impossibile. Il punto di partenza è sicuramente la voglia di riprendersi in mano la propria vita ed avere il coraggio di uscire dai limiti territoriali e familiari.
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Di tutte le conseguenze la prospettiva più allarmante è senza dubbio l’esclusione dal punto di vista sociale. Una marginalizzazione di questo genere, specialmente in giovane età, è perciò strettamente connessa ad un malessere sia fisico ma anche mentale; non sentirsi parte di un gruppo, non relazionarsi con coetanei e non avere un confronto con i più grandi incide fortemente sulla vita di un ragazzo.
Questo ci porta a riflettere su quanto siano fondamentali dei capitoli della nostra vita, quali scuola e lavoro, al fine di integrarsi in una società ed esserne parte attiva; ma anche quanto sia piccolo il salto per passare da una situazione di non-neet a neet.
Oggigiorno, ai tempi della pandemia Covid, è facile lasciarsi andare e non trovare la spinta necessaria che serve a vivere attivamente tutti i giorni la nostra vita; probabilmente i risvolti negativi di questa condizione si vedranno tra un paio d’anni e non segneranno sicuramente un dato positivo. La pandemia ci ha privati e limitati a priori di relazioni personali ed opportunità per vivere la vita societaria, se a questo scenario si aggiunge il tasso di giovani che, per un motivo o per l’altro, hanno deciso di non intraprendere nessun tipo di percorso, osserveremo un’accentuazione di tale condizione.
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Il nostro Paese non è di certo una terra fertile per i giovani, infatti, come mostrano i dati Eurostat, assegnano la quota più alta di Neet a livello europeo. Tale scenario genera incertezza ed insicurezza per il futuro; ma quali misure potrebbero essere attivate per ridurre questo enorme numero? Un primo appunto sarebbe da fare a coloro che gestiscono le politiche lavorative ed educative per i giovani adulti, in modo da creare un sistema che dia a tutti i volenterosi la possibilità di potersi riscattare ed agire concretamente per il loro futuro. Di seguito servirebbe maggiore consapevolezza ed informazione sul tema, le possibilità che un ragazzo cada in questo tunnel aumentano di anno in anno e si fanno sempre più necessari degli interventi volti a sensibilizzare fin da adolescenti. Oltre a queste, e molte altre misure, che possono essere attuate nella piccola realtà del nostro Paese, ci sono organizzazioni internazionali che si prendono a carico il tema. La riattivazione dei giovani, infatti, è anche oggetto della partnership globale Generation Unlimited, sostenuta dall'UNICEF, che si pone come obiettivo quello di contribuire all'inserimento dei giovani di tutto il mondo in percorsi scolastici, formativi o lavorativi entro il 2030.
A fronte di questo discorso però bisogna sempre discernere tra chi, viste queste possibilità, si mobiliti effettivamente per dare una svolta alla propria vita, oppure si lasci segnare da questo nome non reintegrandosi più in società.
Per questi motivi è fondamentale prendere atto e consapevolezza di ciò che è il fenomeno dei Neet e fare del nostro meglio per non ricadere in una spirale corrosiva per la nostra mente e per il nostro fisico; e allo stesso tempo favorire le condizioni necessarie affinché coloro che ci circondano non vengano influenzati negativamente.
di Martina Bomba
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