Storia e spiegazione di uno dei due organi principali dell’Unione Europea.
Molto tempo è passato da quando si riunì per la prima volta il 19 marzo 1958 l’Assemblea parlamentare europea. Prese il nome di “Parlamento europeo” solo a partire dal 1962 e, attraverso le varie revisioni dei Trattati susseguitesi negli anni, ha visto accrescere sempre più la sua rilevanza e le sue funzioni all’interno di quella che oggi è l’Unione Europea. Difatti, il Parlamento Europeo, tra le varie Istituzioni, è la prima menzionata dall’articolo 13 del Trattato sull’Unione Europea ed è anche l’unica eletta direttamente dai cittadini europei.
Le elezioni dei suoi componenti si svolgono ogni cinque anni a suffragio universale diretto; non furono, però, previste fin dall’inizio: i suoi membri erano, infatti, scelti all’interno dei Parlamenti nazionali. Questo meccanismo continuò fino a quando nel 1976 il Consiglio Europeo si decise per l’elezione diretta, che si tenne dunque tra il 7 e il 10 giugno 1979, quando 180 milioni di cittadini europei furono chiamati per la prima volta a votare direttamente i propri rappresentanti in Europa.
Tuttora non è prevista una procedura uniforme in tutti gli Stati membri, ma sono stati decisi dei principi comuni (quali il metodo proporzionale, l’incompatibilità con cariche presso altre istituzioni europee o presso un governo nazionale o con la carica di parlamentare nazionale, ed anche il periodo durante cui tenere le votazioni).
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Dai 142 membri iniziali, con l’allargamento progressivo dell’UE (dai 6 Paesi fondatori agli attuali 27), anche il numero dei parlamentari è aumentato: recita oggi l’articolo 14.2 TUE “Il loro numero non può essere superiore a settecentocinquanta, più il presidente”. Nell’attuale legislatura (2019-2024), in seguito al recesso del Regno Unito e su decisione del Consiglio Europeo, sono stati eletti 705 parlamentari. Il numero di seggi viene suddiviso tra gli Stati Membri in misura degressivamente proporzionale, tra un massimo di 96 e un minimo di 6. Questo significa che la Germania (96 seggi) ha, rispetto alla sua popolazione, un europarlamentare eletto ogni 860.000 cittadini, mentre Malta (6 seggi) 1:87.000. L’Italia ha 76 rappresentanti, quindi circa 1:790.000.
I parlamentari si organizzano all’interno del PE in gruppi politici (devono esserci un minimo di 25 parlamentari eletti in almeno un quarto degli Stati membri); attualmente i gruppi politici costituiti sono 7:
“Partito Popolare Europeo” (PPE) con 177 parlamentari, di cui fa parte Forza Italia;
“Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici” (S&D) con 144 parlamentari, di cui fa parte il Partito Democratico;
“Renew Europe” (RE) con 101 parlamentari, di cui fanno parte Italia Viva e Azione;
“I Verdi” con 73 parlamentari;
“Identità e democrazia” (ID) con 70 parlamentari, di cui fa parte la Lega;
“Conservatori e riformisti” (ECR) con 64 parlamentari, di cui parte Fratelli d’Italia;
“Sinistra unitaria europea” (GUE/NGL) con 39 membri;
I non iscritti in nessun gruppo sono 36.
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Il Presidente del Parlamento viene eletto a maggioranza assoluta dei voti validi per un mandato di 2 anni e mezzo; accanto al Presidente sono eletti anche 14 vice-presidenti che costituiscono l’Ufficio di Presidenza. Il primo presidente del primo Parlamento eletto dai cittadini nel 1979 fu la politica francese Simone Veil (ALDE). Il 18 gennaio scorso è stata eletta con 458 voti la maltese Roberta Metsola (PPE).
Come già accennato, col tempo sono aumentate le prerogative e i compiti del Parlamento. Innanzitutto partecipa della funzione legislativa: la procedura di co-decisione infatti (che prevede che per adottare un atto legislativo dell’Unione vi sia l’accordo di Parlamento e Consiglio) è stata individuata come procedura legislativa ordinaria. Insieme al Consiglio, organo che rappresenta gli Stati membri, esercita anche la funzione di bilancio. Nei confronti della Commissione (organo che persegue l’interesse generale dell’Unione, con poteri di iniziativa e decisionali) invece attua un controllo di tipo politico, tramite le interrogazioni cui i commissari sono obbligati a rispondere, la Relazione Generale Annuale presentata ogni anno e infine attraverso la mozione di censura che costringerebbe l’intera Commissione alle dimissioni (quest’ultima mai approvata, anche se si fu vicini nel 1999 ma l’allora Commissione Santer si dimise autonomamente). Il Parlamento interviene anche nel processo di nomina della stessa Commissione: i parlamentari devono infatti approvarne il Presidente e poi tutti i Commissari.
La sede è sempre stata oggetto di dispute tra gli Stati membri: le 12 sedute plenarie mensili si tengono a Strasburgo (Francia), per le sedute aggiuntive nonché per l’attività delle commissioni i parlamentari si riuniscono a Bruxelles (Belgio) e infine il Segretariato Generale si trova in Lussemburgo.
Certamente il futuro avanzamento dell’integrazione europea dovrà passare attraverso una sempre maggior centralità di questo organo, per attuare quanto già afferma l’art. 10 del Trattato sull’UE “Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa”.
di Stefano Costa
Fonti: Elementi di diritto dell’Unione Europea, di U. Draetta, F. Bestagno, A. Santini https://www.europarl.europa.eu/portal/it
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