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Il lupo, una risorsa difficile da gestire

Immagine del redattore: Manuel TariccoManuel Taricco

Aggiornamento: 15 mar 2021

Una riflessione sul lupo e il suo rapporto con l’uomo.


Il lupo, breve storia naturale

Il lupo “italiano”, Canis lupus italicus, è una specie endemica della nostra penisola, sottospecie del lupo italico (Canis lupus). Presenta dimensioni tra i 60-70 cm di altezza e i 110-140 di lunghezza, ha un peso che oscilla fra i 28Kg nella femmina e i 34Kg nel maschio. Il suo mantello risulta avere un pattern tipico, grigiastro-marroncino. Il lupo vive in branchi composti da due membri alfa, di dimensioni maggiori e un seguito di lupi più piccoli di sesso ed età variabili, organizzati in una gerarchia sociale rigida.

In Italia il lupo trovò quasi l’estinzione nel secolo scorso, nel 1973 si ebbe il minimo storico, che consisteva nella presenza di circa 100 esemplari su tutto il territorio nazionale, in particolare nella regione appenninica, sull’arco alpino e in Sicilia era completamente scomparso. Fu l’azione promossa dal WWF in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo, nel 1970, con l’operazione San Francesco a promuovere la tutela di questa specie, grazie alla tutela del suo habitat ed un’ampia campagna d’informazione. Il 23 luglio del 1971 fu introdotto in Italia il “Decreto Natali”, in tutela degli habitat del lupo, vietando la caccia e il prelievo. In Unione Europea, con la convenzione di Berna (1979), Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa. Ad oggi abbiamo la presenza di quasi 2000 esemplari su tutto il territorio nazionale, sono escluse le isole.


Il dibattito

Roma, 13 dicembre, è il caso dell’ennesimo titolo clickbait che gira sul web e tra gli utenti, il titolo esordisce “I lupi assediano Roma, …”, accendendo il dibattito tra i sostenitori del lupo e i suoi oppositori. L’articolo parla della situazione che Roma sta vivendo in questo momento, in particolare le sue campagne, a detta loro assediate dalla presenza del lupo.

Come abbiamo detto le popolazioni di lupi in Italia sono in netta crescita, comportando un allargamento del loro areale di interesse, che allo stato attuale comporta un avvicinamento alle aree urbane visto la vasta diminuzione del loro habitat naturale. Senza pensare all’eccesivo aumento di ungulati, in particolare di cinghiali, che nel tempo si sono avvicinati all’uomo e alle città, ormai non più una così grossa minaccia per loro. Il lupo si è quindi trovato spinto da quelle forze naturali che lo portano ad inseguire la sua preda, tornando ad abitare nei nostri territori e avvicinandosi, badiamo bene, e non inoltrandovisi, a causa del timore che ancora mostra nei confronti di Homo sapiens sapiens, ha avuto la fortunata di imbattersi in animali da allevamento, facili da predare. È chiaro che la prolungata mancanza del lupo abbia lasciato i nostri allevatori impreparati ad affrontare questo scaltro predatore. Poco meno di due anni fa, sulle montagne della provincia di Como, sul confine con la Svizzera si è insediato un branco di lupi, che in un’estate ha ucciso decine di capi fra capre e pecore. Dai racconti degli sfortunati, complice fu il fatto che le bestie allevate fossero ai pascoli durante la notte non protette dai pericoli, fino a quel momento inesistenti, rimanendo in balia dei predatori. Ad aggravare la cosa però è la lentezza nel risarcire questi danni, in parte per l’impreparazione delle autorità competentidovuta alla prolungata assenza di questi predatori, in parte alla difficoltà nel verificare l’effettiva perdita, visti i non pochi casi di frode già avvenuti in passato.

Questo non vuol dire però che sia impossibile trovare una soluzione, come dimostrato se saputa controllare, con campagne di informazione (non di disinformazione), su come comportarsi nel suo habitat, di evitare contatti di qualsiasi tipo se possibile e soprattutto evitare di avvicinarli per nutrirli, evitando di farli abituare alla presenza umana, possiamo tutelare la loro sicurezza la nostra, quando ci muoviamo nella natura, e non solo. Inoltre un supporto concreto a chi con il lupo deve averci a che fare tutti i giorni, fornendogli gli strumenti necessari, sia materiali che intellettuali, sarebbe un forte incentivo alla tolleranza e alla convivenza con questi meravigliosi animali.


Il lupo un animale etico?

Come nel paragrafo precedente, le parole utilizzate per definire la situazione nelle campagne romane è a dir poco esagerata, da un’informazione sbagliata riguardante il lupo, forviandone il discorso, creando attriti e non soluzioni. Il lupo in quanto animale non può definire cos’è giusto o cos’è sbagliato segue un istinto, formatosi a seguito ad un lungo processo evolutivo, che lo ha portato ad essere l’animale che è oggi giorno. È quindi sbagliato riconoscere un animale come cattivo o buono, un’animale è ciò che è, ovvero l’insieme dei suoi istinti. Dobbiamo imparare a discostarci dagli stereotipi costruiti attorno a questi animali, non esiste il lupo cattivo che aspetta i bambini nei boschi per mangiarli, come non esiste il lupo buono che tutela l’ambiente. Il lupo va riconosciuto come parte di un ecosistema, che non uccide per cattiveria, ma per fame e per difendersi, che la sua presenza non è essenziale solo perché è un bel animale, ma perché il ruolo che ha nel suo habitat è fondamentale e solo lui lo può svolgere al meglio, il controllo della popolazione degli ungulati è sicuramente la principale, ma anche la più importante, perché controllandola influisce positivamente sull’ambiente, permettendo la tutela di piante e specie di qui questi erbivori si cibano, i quali se in numero eccessivo li potrebbero portare all’estinzione. Bisogna poi contare i vari danni economici alle aziende agricole causate dagli ungulati che potrebbero essere evitate, e molto probabilmente la diminuzione di incidenti causati da quest’ultimi, 10 mila ogni anno nel nostro paese. Inoltre il lupo italiano è un endemismo del nostro paese, ovvero una caratteristica unica e rara che solo noi in Italia abbiamo, non a caso il paese con la maggiore biodiversità al mondo (7 mila specie!), motivo in più per impegnarci a preservarlo.

È importante riconoscere inoltre che anche noi in quanto parte della natura siamo in balia di essa, questo senso di controllo è solo illusorio, quindi la distruzione di habitat e specie sta causando e causerà in futuro sempre più danni al Nostro pianeta, di cui noi, come detto ne siamo parte e dipendenti, anzi sarò più preciso, degli ecosistemi di cui noi siamo dipendenti, scrivendo così la nostra probabile fine, dovuta alle conseguenze delle azioni di oggi giorno che causeranno domani conseguenze oggi non immaginabili, a causa proprio della nostra limitata conoscenza.



Problematiche nella tutela del lupo

In Italia in media ogni anno vengono uccisi fra i 200 e i 300 lupi in modo illegale. Il bracconaggio impedisce un vero e proprio controllo demografico, la soppressione indiscriminata porta squilibrio all’interno della popolazioneitaliana di lupi impedendo alle autorità competenti un efficiente controllo, andando ad agire sulle future aree effettivamente in sovrannumero di lupi.

Inoltre la presenza di cani inselvatichiti in Italia, tra i 400/500 mila, mina la biodiversità del lupo, andando ad incrociarsi, generando ibridi, deturpando la purezza genetica. Il danno è doppio perché essendo il cane meno timoroso dell’uomo, questi ibridi metà cane, metà lupo non avranno più il timore verso l’uomo andando ad essere una minaccia maggiore sia per gli animali domestici, che per noi. Appunto fino ad oggi di aggressioni certificate e di uccisioni non se ne hanno, in confronto ai cinghiali che in un solo anno nella nostra penisola hanno causato la morte di 13 persone e migliaia di incidenti stradali.

Uno sguardo nel mondo

È stato appena il 27 settembre scorso che la Svizzera ha bocciato nel referendum popolare la revisione della nuova legge sulla caccia, che avrebbe previsto l’abbattimento di lupi e stambecchi, fino a quel momento cacciabili solo in seguito ad attacchi certificati su animali d’allevamento. Va precisato che in svizzera il lupo era completamente scomparso, negli ultimi anni è riuscito a reinsediarsi a seguito dello spostamento di alcuni branchi provenienti dall’Italia, oggi ammontano a circa 60-70 esemplari.

Andando oltre oceano Trump l’ottobre di quest’anno ha consentito l’abbattimento del lupo grigio all’interno di parchi naturali, sotto pressione di allevatori e cittadini. Tra gli oppositori di questa decisione abbiamo ambientalisti e scienziati che ritengono la decisione prematura.

Due articoli in allegato:

Questo di romatoday, sicuramente più oggettivo e che affronta il problema guardando ambo le facce della medaglia:

Questo del corriere della seria, che punta maggiormente all’emotività della gente:


di Manuele Taricco


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