top of page

Ungheria e Polonia VS Recovery Fund: IN o OUT?

Immagine del redattore: Francesca TramarinFrancesca Tramarin

Aggiornamento: 24 mar 2021

Numerose le tensioni in attesa del prossimo Consiglio europeo.


Gli occhi di tutta Europa sono ora puntati sul prossimo Consiglio europeo, convocato giovedì 10 e venerdì 11 dicembre.

I leader politici degli stati membri UE si incontreranno a Bruxelles per discutere delle tematiche più urgenti: tra cui cambiamento climatico, sicurezza, questioni specifiche di politica estera e, soprattutto, misure in materia COVID-19.

Il Consiglio europeo, coordinato dal Presidente Belga Charles Michel, sarà pertanto impegnato a delineare un nuovo obiettivo di riduzioni delle emissioni dell’UE entro il 2030, così come a concordare un piano di contrasto al terrorismo ed all’estremismo violento e a ridiscutere i delicati rapporti con la Turchia. In data 11 dicembre i leader del Consiglio europeo invece si focalizzeranno esclusivamente sull’unione bancaria e sull’unione dei mercati dei capitali.

La discussione del Consiglio europeo si incentrerà in particolar modo sulle misure di coordinamento della pandemia e l’attenzione di tutta Europa sarà soprattutto rivolta alla famosa questione Recovery Fund.



Piano B per l’Europa


Vista la continua conferma dell’opposizione di Polonia ed Ungheria in materia Recovery Fund, provocando in questo modo il blocco dell’erogazione dei 750 miliardi di euro previsti, la Commissione europea di Ursula Von Der Leyen fa di nuovo prova della propria determinazione rilanciando il progetto, ma escludendo questa volta i due Paesi dell’Est Europa.

Durante una videochiamata con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, Von Der Leyenavrebbe sottolineato l’urgenza di «salvare il Recovery Fund», includendo esclusivamente i 25 Stati membri a favore ed incitando fra di essi uno spirito di maggiore cooperazione.

Sassoli conviene con la Presidente della Commissione europea e, a tal proposito, risponde: «adottare quelle decisioni anche a 25. Sarebbe doloroso, sarebbe una ferita, ma non possiamofermarci».

Altri illustri leader europei si sono espressi a seguito del veto di Varsavia e Budapest. La Cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo aver ascoltato le motivazioni del veto da parte del polacco Morawiecki e dell’ungherese Orban e a seguito dell’esplicito sostegno mostrato ai due Paesi dal premier slovacco Jansa, dichiara: «non voglio fare speculazioni su come verrà risolta la questione con Ungheria e Polonia, dobbiamo continuare a lavorare e sondare tutte le opzioni possibili».

Il Presidente del Consiglio europeo esorta a ricercare la «coesione necessaria per un più efficace coordinamento UE nei confronti della pandemia e per giungere al varo del Recovery Fund al Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre» e dichiara in sede conclusiva: «potrebbe essere la molla per dare anima ad un’identità europea».



Il premier italiano: «il Consiglio europeo sarà decisivo»


Intanto Giuseppe Conte, invitato al programma televisivo Otto e mezzo condotto dalla giornalista Lili Gruber, afferma: «il Consiglio europeo di dicembre sarà decisivo. In questo momento c’è un problema, è stato sollevato un veto politico da parte di Polonia ed Ungheria. L’ostacolo è questo, ma c’è un impegno politico di tutti i Paesi, preso lo scorso luglio, che non si può rimettere in discussione. È nell’interesse di tutti i Paesi, non solo dell’Italia che è la maggior beneficiaria».



Consiglio europeo, le Comunicazioni alla Camera

In vista dell’ormai imminente Consiglio europeo, il Premier italiano si è rivolto alla Camera dei deputati evidenziando la ricca e densa agenda dell’Unione europea. Tra i vari temi da discutere, quello prioritario rimane sempre la lotta alla crisi pandemica su cui, ribadisce Conte, serve da parte europea «un chiaro segnale di coesione».

Conte ricorda che alla crisi sanitaria si affianca costantemente quella economica e sociale, pertanto il superamento del veto ungherese e polacco risulta vincolante per il «tempestivo avvio di Next Generation EU del nuovo quadro finanziario pluriennale». Un programma di investimenti e riforme particolarmente ambizioso, finanziato con debito comune, per il quale l’Italia si è «spesa fin dall’inizio».

Infine, Conte sottolinea che per la prima volta l’Unione europea si è fatta promotrice di politiche espansive finanziate da strumenti di debito autenticamente europeo, il tutto orientato al raggiungimento di strategie condivise e obiettivi comuni.

Le decisioni che saranno prese in questi giorni a Bruxelles determineranno in quale misura l’Unione europea sia davvero forte e stabile.

di Francesca Tramarin

Post recenti

Mostra tutti

Commentaires


©2021 di InstaPolitics.                                                   Ci trovate anche su YouTube, Instagram, Facebook, Twitter e Podcast (Apple, Google, Spotify, ecc...)

bottom of page