Questione Israelo-Palestinese
Come è iniziata e cosa sta succedendo oggi?
Il Medio Oriente è quell’area geografica dove convivono e sono nate le tre grandi religioni monoteiste: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Arabi, Persiani e Turchi costituiscono i maggiori gruppi etnici per numero di abitanti, mentre Curdi, Azeri, Copti, Ebrei, Aramei, Maroniti, Circassi, Somali, Armeni, Drusi ed altre etnie formano una minoranza significativa. In quest’area coesistono, finché sopravvivono, Israeliani e Palestinesi. Tra di loro, come è ben noto, non c’è pace. Da anni portano avanti una disputa territoriale considerata la più complessa al mondo, data da un problema di reciproco riconoscimento. La maggior parte degli Israeliani (principalmente Ebrei-coloro che risiedevano in questo territorio prima della diaspora) ritiene che il legame dei Palestinesi (gli abitanti Arabi di religione musulmana che si sono insediati in Palestina dopo la cacciata degli ebrei) con i luoghi della Bibbia non sia forte quanto il loro, mente moltissimi Palestinesi considerano gli Israeliani degli invasori stranieri che non hanno diritto di stabilirsi in una terra che loro abitano da secoli. Entrambi considerano Gerusalemme la capitale del proprio Stato. La domanda che tutti si pongono è: “Perché dopo tutta questa sofferenza, dopo tutti questi combattimenti sulla dannata striscia di Gaza, questi due popoli continuano a far guerra?”. Ad oggi, nei territori occupati da Israele e soprattutto nella Striscia di Gaza, la situazione per i Palestinesi è sempre più insostenibile per via del controllo israeliano dello spazio aereo, delle acque territoriali, dell’accesso marittimo, dell’anagrafe, degli ingressi e delle risorse idriche ed energetiche. A causa di ciò si è creato un movimento islamico di resistenza (religioso e integralista): Hamas, che non riconosce Israele e ripropone la via del terrorismo come soluzione del conflitto con gli ebrei.Secondo molti politici Israeliani la situazione è irrisolvibile. Ma la se la situazione è così drastica, è per un semplice motivo, è una “Guerra Santa”. Il mondo islamico sostiene che a Gerusalemme non ci sia mai stato il tempio e che quella non era la loro terra, ma è la terra della moschea di Al-Aqsa, che loro non possono calpestare. Gaza avrebbe potuto essere una Svizzera del Medio Oriente, ma i terroristi islamici non lo hanno permesso. I combattenti di Hamas stanno stravolgendo il messaggio del Corano, aizzando l’opinione pubblica, affermando “erroneamente” che questo neghi il diritto agli Israeliti di avere uno Stato in Palestina; in verità come spiega lo sceicco Abdul Hadi Palazzi, membro di facoltà del Dipartimento di Storia della Religione dell’Università di Velletri: “Il Corano riconosce la Terra d’Israele come eredità degli Ebrei e spiega che, prima del Giudizio Universale, gli Ebrei torneranno ad abitarvi. Era la promessa di Dio ad Abramo e questa profezia si è compiuta”. Questo è il motivo per il quale i popoli continuano a combattere, non nego che ci possano essere motivi economici dietro, ma l’odio tra le popolazioni ha spiegazioni ben lontane dall’errata convinzione Occidentale, che sia soltanto questione di Terra. L’odio è ciò che fa continuare i cittadini a combattere, perciò chi ha interesse a far andare avanti questa guerra, continua a strumentalizzare la questione religiosa.Ma per quale motivo la guerra è ripresa proprio ora? Indubbiamente è un po’ colpa dell’amministrazione Biden, che ha ripreso a finanziare la parte estremista dei Palestinesi, la quale sfrutta i finanziamenti per continuare a insegnare l’odio e rifiuta il negoziato. Rimaneuna situazione molto complessa e non si possono dare tutte le colpe agli Americani, infatti Kamala Harris ha dichiarato che Israele ha l’assoluto diritto di difendersi e che loro continueranno a finanziarlo affinché non smettadi essere il miglior Stato militare del Medio Oriente. Non sono quindi gli Americani, gli antagonisti di Israele. A Gaza, come fin dal 2000, il problema è l’Iran che fornisce ad Hamas, i razzi da lanciare contro Israele. Nella guerra infinita, sembrerebbe essere Israele l’avvantaggiata, visto l’ottimo sistema antimissilistico, ma anche Hamas e i Palestinesi ne avrebbero uno potentissimo, se solo volessero, ovvero “non lanciare razzi contro Israele”. Il governo israeliano, sarebbe anche disposto a ritirarsi dalla Cisgiordania, ma a causa del terrorismo, questa potrebbe essere, molto probabilmente, solo una mossa a suo sfavore. In questa “Santa situazione” non ci sono né vincitori, né vinti. In particolare, i giovani Palestinesi, senza far vittimismo, stanno spopolando su TikTok, denunciando la condizione in cui vivono. Le speranze di questa terra, sono riposte proprio su di loro, nati e cresciuti in guerra, sognando la pace. La tensione continua ad essere alta, nonostante il “cessate il fuoco”, è difficile andare a dormire la sera, sperando di potersi ancora svegliare il giorno dopo, sempre se è questa la speranza…la situazione è disperata. Spesso in Italia, i Palestinesi sono visti come vittime, ma è anche vero che gli Israeliani non stanno facendo controinformazione, in questo momento è loro compito palesare alle potenze Occidentali, che la situazione è ben più complessa di quel che si pensa, non basta formare due Stati, poiché l’odio tra i due popoli è dato da motivi religiosi, alimentati a dovere dai terroristi.
di Chiara Bellantone
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