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CHI HA VINTO DAVVERO LE AMMINISTRATIVE 2021

Simone Busiello

Aggiornamento: 15 nov 2021

L’astensionismo è un fenomeno sempre più diffuso e crescente nella società.
Ma perché i cittadini non vanno a votare?
Cosa può fare lo Stato per far si che le persone vadano ad esercitare il proprio diritto?

Le elezioni amministrative autunnali del 2021 sono terminate, 12 milioni di cittadini sono stati chiamati a votare per il rinnovo della regione Calabria, per le suppletive della Camera e di 1.192 comuni tra i quali 18 capoluoghi di provincia.

L’unico ad uscirne davvero vincente dopo le votazioni è l’astensionismo che ha caratterizzato queste elezioni sia al primo che al secondo turno.

Infatti uno dei dati più significativi è stata la scarsa partecipazione al voto, quasi un cittadino su due non è andato a votare secondo i dati del Ministero dell’Interno.

I dati a livello nazionale indicano che il 54,64% degli aventi diritto è andato a votare al primo turno mentre il 43,93% è andato a votare al secondo turno nelle 63 città dove non aveva vinto nessuno dei candidati al turno precedente, questi sono i dati peggiori mai registrati nella storia italiana.



Ma la vera domanda è perché le persone non hanno votato?

I fattori di questa scarsa affluenza sono molteplici e bisogna far notare che, tendenzialmente, per le elezioni amministrative l’affluenza è sempre stata relativamente più bassa rispetto alle elezioni politiche o europee.

Le motivazioni dei cittadini sono svariate, potrebbero non sentirsi rappresentati dai candidati proposti o ritengono che questa classe politica sia incapace di risolvere i problemi sociali ed economici che deve affrontare oppure pensano che votare sia un’azione inutile in quanto non comporterebbe alcun vantaggio o cambiamento in concreto.

Per alcuni, invece, non è da escludere l’ipotesi che anche la pandemia abbia disincentivato le persone a non recarsi alle urne per paura del covid-19, visto che all’ingresso non veniva richiesto il green pass e non veniva effettuata nessun tipo di sanificazione durante le ore del voto.



Le riposte dei partiti

Alle fine di queste elezioni i leader del centro-destra hanno dichiarato che occorrerà un cambio di approccio sulla scelta dei candidati anche in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica e delle prossime amministrative che si terranno nel 2022.

Il leader del Movimento 5 stelle, l’avvocato Giuseppe Conte ha dichiarato: “c'è poco da parlare e molto da fare, partendo dalla riorganizzazione del M5S, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro Paese". E annuncia che il Movimento sarà all'opposizione a Roma, Torino e Trieste.

Mentre a sinistra, il segretario e neo-eletto deputato Enrico Letta commenta così la vittoria: “Questa è una grande vittoria del Pd e del centrosinistra rafforza l'Italia e il governo: siamo tornati in sintonia con il Paese. Si vince allargando la coalizione, andando oltre il PD. Abbiamo vinto sul territorio, non su twitter. Abbiamo dimostrato che la destra è battibile. La destra ha sbagliato campagna elettorale. Vinceva quando aveva un federatore, senza Berlusconi non vince piùNoi oggi abbiamo ascoltato gli elettori e gli elettori sono più avanti di noi… Avrei preferito vincere con margine ed una partecipazione più alta, anche qui bisognerà fare delle serie riflessioni sul perché così tanti cittadini hanno preferito di non manifestare il proprio diritto”.



E ora?

La ragione di questa bassa affluenza, ovvero, la mancata partecipazione al diritto di voto, è la diretta conseguenza della crisi della politica e sopratutto dei partiti, che sono elementi senza i quali una democrazia moderna, fondata su istituzioni rappresentative, non potrebbe esistere e funzionare.

L’elettore dev’essere conquistato e convinto, ciò non può avvenire senza che tutta la politica, le istituzioni, il governo, il parlamento, i partiti risultino credibili e affidabili perché l’astensione non è nient’altro che la richiesta dei cittadini di maggior dialogo e serietà.


Una cosa la possiamo dare per certa, ovvero, se non troveranno il modo di far riavvicinare queste persone che hanno perso fiducia nell’attuale sistema che, secondo i dati, sono la maggioranza del paese, la nostra democrazia né sarà fortemente segnata.

Potrebbe anche accadere, come successe anni fa, l’entrata in campo un nuovo partito che riesca a far tornare fiducia nel sistema e spingere le persone a votare, come avvenne nel 1994 con la nascita di Forza Italia con Silvio Berlusconi o com’è accaduto alle ultime elezioni politiche del 4 marzo 2018 con il Movimento 5 Stelle che riuscì come singolo partito a mobilitare un elettorato maggiore, rispetto alle scorse politiche del 15 marzo 2013, riuscendo a prendersi i voti delle persone deluse dalla politica e che non avevano più fiducia nel sistema.


Ecco alcuni dati dell’affluenza elettorale nelle principali città al voto:


MILANO

Affluenza 2016 al 1° turno: 54,65%

Affluenza 2021 al 1° turno: 47,69%


TORINO

Affluenza 2016 1° turno: 57,18%

Affluenza 2021 1° turno: 48,06%

Affluenza 2016 2° turno: 54,40%

Affluenza 2021 2° turno: 47,57%


BOLOGNA

Affluenza 2016 1° turno: 59,66%

Affluenza 2021 1° turno: 51,16%


ROMA

Affluenza 2016 1° turno: 57,03%

Affluenza 2021 1° turno: 49,92%

Affluenza 2016 2° turno: 50,17%

Affluenza 2021 2° turno: 40,68%


NAPOLI

Affluenza 2016 1° turno: 54,12%

Affluenza 2021 1° turno: 47,19%


TRIESTE

Affluenza 2016 1° turno: 53,45%

Affluenza 2021 1° turno: 46%

Affluenza 2016 2° turno: 47,43%

Affluenza 2021 2° turno: 41,05%


Fonte: sito del ministero dell’interno


Fonti: 
Milano: https://www.elezioni.comune.milano.it
https://www.open.online/2021/10/17/elezioni-comunali-ballottaggi-affluenza-17-ottobre/
https://www.interno.gov.it/it/speciali/elezioni-2021


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